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Music World News

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DM_forever
view post Posted on 3/10/2009, 17:50




State pure tranquille, non è una cosa definitiva.... :)
 
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*RansieDM*
view post Posted on 5/2/2010, 22:20




Corbijn-Davis, la musica in foto

Il fotografo parla dello storico scatto



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Parigi. Anton Corbijn , il regista di "Control", il fotografo delle più celebri rock star degli ultimi trent'anni, oggi alle prese con un film prodotto dalla Universal, interpretato da George Clooney e Violante Placido, l'inventore eclettico della fotografia al servizio della musica, ci parla di un suo scatto, il piu popolare fatto a Miles Davis. La foto, scattata da Corbijn nel 1985, che ritrae il trombettista con gli occhi spalancati e le mani sul viso, è stata scelta per promuovere l'esposizione "We Want Miles", tenutasi alla Cite de la Musique di Parigi, fino al 17 Gennaio.

Secondo i giornali francesi la mostra ha avuto un grandissimo successo: 75.000 i visitatori, piu di quelli accorsi a vedere le precedenti esposizioni dedicate a Jimi Hendrix, Pink Floyd e John Lennon. E chi non era a Parigi in quei giorni, avrà una seconda occasione per ripercorrere la vita dell'artista: dal 30 Aprile al 29 Agosto infatti, "We Want Davis" sarà al museo des Beaux-Arts di Montreal.

L'esposizione si visita quasi al buio, tra una sala e l'altra, solo qualche faro, puntato sulle foto e sui "ricordi" del jazz man: dagli inseparabili strumenti di lavoro, le trombe, alle partiture dei pezzi piu celebri come "Birth of the Cool". Si entra con delle cuffie per ascoltare l'evoluzione musicale dell'artista e si esce dopo aver visto l'ultima apparizione a Parigi dal vivo, prima della sua morte.

Nella prima sala una radio anni trenta trasmette i brani che Miles ascoltava durante la sua infanzia. Poi una serie di foto di famiglia rivendicano l'appartenenza della famiglia Davis a quella dell'alta borghesia nera di St. Louis. Miles riceve la sua prima tromba all'età di 10 anni. Nel 1944 conosce Charlie Parker, in città per un esibizione, da quel momento in poi la sua unica ossessione sarà raggiungerlo a New York. E qualche anno più tardi Miles partirà infatti per New York, dove Bird lo assunse come trombettista ufficiale del suo gruppo. I club di jazz più in voga erano quelli intorno alla 52nd strada. A vedere i concerti un pubblico bianco attratto da una musica urbana elitista che prendeva le distanze dalle melodie sentimintali. Con Parker, Miles assimila le regole del Be bop, evoluzione del jazz che nasce come reazione dei più giovani jazzisti allo swing e che rigetta la melodia sentimentale. Il be bop preannuncia la nascita del "cool jazz", che si avvicina sempre di piu alle sonorità della musica bianca .

La voglia di sperimentare nuove sonorità portera Davis ad incidere un nuovo disco "Birth of the cool" con dei pezzi come "Rouge" dal carattere contemplativo. Gli anni ‘50 saranno segnati da alcune registrazioni prodotte da delle etichette indipendenti, come "Prestige" e "Blue Note". Gli anni '50 saranno anche quelli che faranno entrare Davis nella trappola dell'eroina. Gli anni '60 sono quelli di "Miles Smiles" l'album precursore del free jazz, intuitivo controllato e nervoso e anche l'album che gli farà ritornare il sorriso dopo gli anni dell'eroina. Alla fine degli anni 70, dopo alcuni anni nei quali Miles si fa vincere da una forte depressione, si assiste al gran ritorno del musicista, un ritorno che lo farà diventare una star, anche nel mondo del pop. E' in questo contesto di grande popolarità che il fotografo e il musicista si incontrano.

Quando hai deciso che il tuo mestiere sarebbe stato fare il fotografo?
Sono nato a Strijen, un villaggio su un isola al sud di Rotterdam nei Baesi Bassi. Mi sono avvicinato alla fotografia perché ero timido, era il modo per me di avvicinare i miei gruppi preferiti. Ho iniziato a fare foto a 17 anni a Groningen, Olanda del nord. Cominciai a fotografare i concerti di un gruppo del posto, i Solution. Nel 1976 feci, per qualche tempo, da assistente a un fotografo Olandese, ad Amsterdam, ma quando si diffuse la musica punk, alla fine del 1976, ho cominciato a lavorare come un vero fotografo. Fotografai solo gruppi di musica per un decennio. Poi a 24 anni mi trasferii a Londra, dove mi andai a presentare al New Musical Enemy (NME), il magazine di musica che preferivo, e cominciai a fare le copertine del giornale. Questo mi portò in contatto con tanti musicisti con i quali ancora oggi lavoro: ad esempio U2 e Depeche Mode.
Da li riusci ad unire in una professione le due mie passioni piu grandi: la foto e la musica.

Che cosa volevi dire di Miles Davis quando lo hai fotografato nel 1985 e che cosa rappresenta per te la foto presente nella mostra?
Sono molto orgoglioso di questo scatto, non è diverso dai miei altri ritratti, ma in questa foto cerco di enfatizzare la forza della suo viso e la bellezza delle sue mani. Le mani per me sono sempre importanti in una foto, ma ancora di piu quando si tratta di mani che suonano la tromba come lo faceva Davis. Sono anche molto orgoglioso perché un anno dopo, nel 1986, Irving Penn prese la mia foto come linea guida per fare la copertina del album "Tatu" di Miles Davis. La foto trova la sua forza nella gradazione del nero, che esaspera la materialità della pelle, tanto da darci l'impressione di poterla toccare.

Ti ricordi qualcosa di quella giornata passata a fotografare Miles Davis?
Incontrai Miles Davis in un hotel di Montreal, e ci accordammo per fare il servizio il giorno seguente. Io non parlo molto quando fotografo, ma mi ricordo che il secondo giorno che ci incontrammo, Miles mi regalò un suo disegno, che ancora conservo con cura. In quel periodo infatti, si avvicinava all'arte per riabilitare la sua mano destra, che era stata sottoposta ad un intervento.

Quali suoi album preferisci?
"Round about Midnight", album prodotto dalla Colombia nel 1957, con il suo primo quintetto, di cui fa parte anche John Coltrane al sax; poi la combinazione di sonorità africane e spagnole di "Kind of Blue", alla cui registrazione, nel 1959, partecipa anche Coltrane e Bill Evans. Questo sarà un album determinante per la storia del jazz, perché Miles ne allarga gli orizzonti, modificandone le regole e sperimentando nuove forme di improvvisazione. L'armonia non è piu considerata secondo lo schema tonale tradizionale.

Cosa ne pensi dell'esposizione We Want Miles?
C'era tanto da vedere, ma la selezione fotografica era abbastanza ridotta. La scarsa illuminazione e lo spazio superaffolato rendevano un po' difficile il naturale scorrimento dei visitatori. Sicuramente ci sono voluti anni di lavoro per raccogliere tutto il materiale e permetterci di ripercorrere la vita dell'artista.
Ho trovato interessante il fatto che l'esposizione non si sia limitata di raccontare l'evoluzione musicale dell'artista, ma che abbia esposto anche i quadri del musicista e le sue interviste televisive. Inoltre la scelta di accompagnare le descrizioni dell'evoluzione del jazz ai brani musicali rende l'esposizione accessibile non solo ai conoscitori del genere.

Quali sono i tuoi progetti futuri?
Finire le riprese per "The American", uno shooting a Miami per G Star, un book fotografico su Tom Waits.

Cosa ci puoi dire del tuo nuovo film, "The American"?
E' il mio secondo film, ed è un film molto diverso dal primo. "Control" era basato su una storia vera, e su una parte della mia vita perché conoscevo personalmente i personaggi di cui parlavo, "The American" è un film di finzione, è contemporaneo, è una produzione americana, nel cast c'è George Clooney, attore dalla carriera interessante. Ho imparato molto da questo film, ad esempio come raccontare una storia, che è il segreto per fare un buon film. Violante Placido, è stata un'incredibile scoperta per me. Durante il casting, pensavo fosse brava, ma durante le riprese ho capito che era incredibilmente brava. E' cosi credibile: davanti allo schermo si trasforma, è fatta per lo schermo, ha un dono di natura.

Che tipo di contributo lascerai alla nuova fotografia?
Penso che la mia fotografia sia una passeggiata personale tra diversi settori ai quali mi sono interessato crescendo. Mi interessava la musica, poi il cinema, poi la pittura e gli artisti. La mia è la storia di un ragazzo con la sua macchina fotografica, che viaggia per il mondo e incontra gente. Quindi forse quello che lascio è la mia interpretazione dell'animo della gente che ho conosciuto e posso dire che se si ha un sogno bisogna cercare di farci qualcosa, e invece che pensare a cosa vuoi lasciare dopo di te, bisognerebbe essere felici se il tuo lavoro è fonte di ispirazione per altri fotografi.

 
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DM_forever
view post Posted on 6/2/2010, 22:31




Antonino caro... :wub: Che grande artista!!!
Io lo vorrei tanto accanto ai Muse... Chissà cosa verrebbe fuori!!! :lol:
 
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*RansieDM*
view post Posted on 6/2/2010, 22:52




sinceramente sono molto incuriosita dal film con clooney!
devo ancora recuperare control!!

si, vedrei proprio bene la collaborazione con i Muse!!!
 
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DM_forever
view post Posted on 6/2/2010, 22:58




Sì beh.... io ora sono offuscata dai Muse... :lol:
Però cavoli, sì! Sono curiosa anch'io di vedere cosa farà con George! :woot:
E anch'io devo vedere ancora Control.... Se lo ribecco in offerta alla FNAC, lo prendo! ^^
 
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19 replies since 30/8/2009, 11:09   157 views
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